“Ricercare la propria identità è per tutti un bisogno innato, una necessità imprescindibile che implica e dichiara la tua stessa esistenza nel modo più vero e completo. Conoscere a fondo le proprie origini è anche un’esigenza di chiarezza interna”.
Chi e che cosa siamo?
Questa è la domanda che ha spinto Gaetano Celeste a compiere un lavoro certosino, dal quale è emersa una precisa collocazione temporale sulla nascita, nella nostra Città, di una Sezione del Club Alpino.
Anche se non ufficiali, molti documenti ci fanno supporre che è stato il 1876, l’anno in cui essa fu fondata per volere di alcuni appassionati di montagna, contagiati dall’entusiasmo del Barone Giuseppe Andrea Angeloni (1826-1891), primo Presidente, il quale fu certamente influenzato e convinto a creare un sodalizio nella nostra Città, da un certo Quintino Sella, di cui era amico e confidente, come siamo gratificati a pensarlo, da una foto in cui sono ritratti insieme.
Negli anni successivi l’attività fu molto intensa e proficua, soprattutto in collaborazione con le Sezioni di L’Aquila, Chieti, Roma e Napoli. La Sezione di Roma, come aveva già fatto nel 1886 sul Gran Sasso, con il Rifugio Garibaldi, decise di costruirne uno anche sulla Majella, ubicandolo proprio sulla cima di Monte Amaro a quota 2.795 mt.
Alla costruzione parteciparono anche i nostri soci Falco Maiorano, guida patentata, ed altri, tra cui Fortunato Rossetti di Campo di Giove. L’opera fu portata a termine nel 1890 e fu intitolata Rifugio Vittorio Emanuele II, orgoglio e fiore all’occhiello per essere la costruzione posta più in alto in tutto l’Appennino. Divenne in seguito meta di moltissime ascensioni sulla Majella; di una di queste, effettuata nell’agosto del 1892 dal prof. Vincenzo Campanile, vulcanologo e consigliere della Sezione del Club Alpino di Napoli, e dal nostro Falco Maiorano, come guida, ce ne fa un dettagliato resoconto la “Società Alpina Meridionale”, con sede nella stessa Città, nel suo “Bollettino Trimestrale” pubblicato l’anno successivo.
Pur avendo il supporto di moltissimi documenti che attestano l’esistenza di una Sezione del Club Alpino nella nostra Città, non ci è dato conoscere quali siano state le circostanze o le vicissitudini che abbiano impedito, per così tanti anni, il suo riconoscimento ufficiale da parte della Sede Centrale; cosa che fece solo nel 1922 con Atto deliberativo del 19 febbraio al punto V°. Sull’entusiasmo di essere finalmente una Sezione del C.A.I. a tutti gli effetti, gli anni che seguirono furono contrassegnati da una fervida ed intensa attività sociale, organizzando escursioni, partecipando a congressi e convegni, promovendo l’alpinismo sulle nostre Montagne anche presso Sezioni Alpine.
Con l’avvento della seconda guerra mondiale, come tutte le Sezioni d’Italia, anche la nostra vide cadere molti dei suoi Soci, alcuni dei quali anche nei bombardamenti sulla Città. Fu un periodo molto triste che però non tolse, a quelli rimasti, la voglia di andar per montagne, anzi, essendone profondi conoscitori, si prodigarono nel salvataggio di moltissimi prigionieri aiutandoli a valicare la Majella per raggiungere la libertà in quel di Casoli, sul versante est della montagna.
Da qui, la nascita de “Il Sentiero della Libertà”, un percorso difficile, che nell’inverno del 1944 calcò, come fuggiasco proveniente da Scanno anche, l’allora ufficiale, Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica, oggi Senatore, il quale, nel maggio del 2001, con orgoglio e sentita partecipazione ha voluto ripercorrerne un tratto insieme a quei “semplici” che, a sprezzo della propria, hanno salvato la vita di molti.
Dopo la fine della guerra, la passione per le montagne ebbe di nuovo il sopravvento. Ora esse non venivano più viste come luoghi di sofferenza, ma di svago e gratificazione e così, nel 1952, ad opera del ragioniere Ottavio Coppola che si prodigò nella raccolta delle firme necessarie, più di 120, fu ricostituita la Sezione del Club Alpino Italiano di Sulmona, come da verbale del Consiglio Centrale riunitosi a La Spezia, il giorno 30 marzo dello stesso anno.
” Centotrentasei ” – ” Novanta ” – ” Sessanta “
Non sono gli anni trascorsi dalla fondazione, che pur rappresentano per noi, come per tutti, un motivo lecito di distinzione, a renderci veramente orgogliosi, ma la passione per la Montagna e l’essere Soci del Club Alpino Italiano.
Mentre l’inizio del cammino, reso vivo e tangibile nel libro di Gaetano è, e sarà, la risposta alle nostre domande, il resto della storia è nella memoria e nei passi di tutti noi, sui sentieri di Montagna.